Tre volte in senso orario, nel mattino del mondo,

Giro in cerchio nei miei invadenti pensieri.

Un luogo di pace in fine –

Raggiungo il centro silenzioso.

– Vivianne Crowley (1993)

Siamo in transito nel ciclo solare dal segno del Toro a quello dei Gemelli, in equilibrio tra l’esperienza sensoriale taurina del mondo attraverso i sensi fisici e l’intelletto e il pensiero dei Gemelli. La divinità di Venere, associata all’amore fisico e al piacere sensoriale, che presiedeva nei cieli, cede il passo a Mercurio, divinità della comunicazione, del pensiero veloce, delle nuove idee e dell’innovazione. Stare in bilico tra due diversi tipi di influenze può essere difficile – è più facile seguire l’una o l’altra, ma i pagani non sarebbero pagani se non amassero fare cose difficili.

Sperimentare il mondo intorno a noi

I nostri sensi sono come strumenti finemente calibrati che vengono bombardati dagli input del mondo esterno. Per funzionare dobbiamo calibrarli in modo da non essere sopraffatti e dobbiamo creare spazio nella nostra psiche per concentrarci sui compiti della vita quotidiana. Ma la vita odierna ci insegna a dare priorità a quello su cui siamo focalizzati e troppo spesso queste priorità sono sbagliate. Ci concentriamo su sciocchezze – le più irrilevanti, le meno importanti – e questo può distorcere la nostra visione del mondo che ci circonda. Questa potrebbe sembrare una questione puramente psicologica o che ha a che fare con la salute psicologica, ma avere un focus distorto, guardare il mondo come attraverso una lente offuscata e distorta, può influenzare la nostra salute su molti livelli. L’effetto sulla nostra salute spirituale è comunque parimenti importante.

Trovare l’unidirezionalità

Il mio pensiero quando entriamo nei Gemelli, il più intellettuale dei segni, è che il non impegnare il nostro apparato sensoriale in modo ottimale influenza il nostro paganesimo. Al fine di apprezzare l’universo interconnesso in cui viviamo, dobbiamo prendere tempo per smettere di essere “nella testa” con i nostri pensieri ed emozioni frammentate, turbinanti, in competizione e indaffarate. Passiamo la maggior parte del giorno cercando di assolvere a compiti multipli. Pensiamo mentre guidiamo, cuciniamo, mettiamo a letto i bambini. Stiamo costantemente facendo una cosa mentre pensiamo a tutte le altre cose che competono per la nostra attenzione. Un momento in cui probabilmente siamo pienamente presenti è quando facciamo un rituale, quando siamo impegnati in atti fisici di venerazione delle divinità o di magia, la scienza e l’arte di trasformare uno stato di esistenza in un altro. Tutta la nostra attenzione e i nostri sensi sono concentrati su quell’atto di venerazione o trasformazione e diveniamo per una volta “unidirezionali”. I pensieri in competizione, le emozioni e le sensazioni che di solito girano vorticosamente nella nostra psiche sono unificati in singole azioni concentrate.

Consapevolezza dell’adesso

Consapevolezza significa prestare attenzione in modo particolare; di proposito, al momento presente, e senza giudizio (Kabat-Zinn 1994, 4).

C’è un ampio dibattito attualmente sulle tecniche di consapevolezza di derivazione buddista e i loro benefici. La neuroscienza ci dimostra che la consapevolezza cambia la nostra fisiologia cerebrale e da qui la nostra esperienza futura del mondo. Circa venti minuti al giorno dedicati alla consapevolezza mentale focalizzata cambiano la nostra percezione del mondo e ci permettono di vederlo di nuovo con rinnovata intuizione, come quella di un bambino che sta scoprendo l’esistenza. Questo “Yoga” del cervello migliora il nostro benessere e ci permette di apprezzare meglio la realtà in cui viviamo. Ma non c’è bisogno di rivolgersi al buddismo per trovarlo.

L’imperatore romano Marco Aurelio (interpretato da Richard Harris nel film Il Gladiatore di Ridley Scott) era un filosofo pagano, così come un generale e un imperatore. Dettava i suoi lavori filosofici di notte nella sua tenda, mente era in campagna militare. Non era un mistico, e non si poteva dire fosse altro che impegnato nel mondo reale. Egli raccomandava di trattare quel mondo con attenzione focalizzata, e per coloro che amano la legge del tre, questa era la sua triplice regola di vita:

Giudizio oggettivo, ora, in questo momento.

Azione non egoistica, ora, in questo momento.

Accettazione volontaria – ora, in questo momento – di tutti gli eventi esterni.

Questo è tutto ciò di cui hai bisogno.

  • Marco Aurelio (121-180 EC), Meditazioni, 9.6 (Stephens 2012, 115)

Accettazione non significa consenso

Accettazione non significa che dobbiamo rinunciare alle nostre ambizioni di cambiare il mondo che ci circonda. La motivazione che muove molti di noi verso il paganesimo è quella di cambiare, se non il mondo, almeno noi stessi.  Le nostre tradizioni spirituali enfatizzano il cambiamento – il cambiamento stagionale e il cambiamento delle fasi della luna. Per capire meglio ciò che vogliamo cambiare, comunque, abbiamo bisogno di vedere chiaramente, senza la distorsione delle nostre speranze, paure, pensieri e ansietà. È come se avessimo bisogno di pulire le lenti dei nostri sensi, così da poter esperire con chiarezza il mondo circostante. Come i sommelier che sorseggiano un vino raffinato. Ne guardano i colori, ne annusano il profumo prima di assaggiarlo, lasciano che il liquido giri nella bocca per sentire le “note” del gusto. Possiamo imparare a notare e apprezzare di più di quello che ci circonda se ci prendiamo delle piccole pause durante la giornata, una volta al giorno, per essere totalmente presenti nel momento.

Consapevolezza sensoriale della vita di ogni giorno

Questo è un semplice esercizio che possiamo fare discretamente a casa o al lavoro per centrarci, focalizzarci e connetterci con il mondo intorno a noi. È particolarmente utile se si tende a essere troppo presi dal lavoro e si passano ore seduti in posizioni che sono deleterie per la schiena, o se ci si smarrisce nella fantasia o in schemi di pensiero negativi. Coinvolge la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto e il gusto. Non preoccupatevi se uno dei vostri sensi non funziona. Usate quelli che avete.

Esercizio delle Cinque Cose

  1. Primo, fare 5 lenti, profondi respiri. Inspirare ed espirare. Spingere i muscoli addominali fuori per far entrare aria nei polmoni, e tirare i muscoli dentro per espellere aria, con un ritmo lento e regolare.
  2. Concentrarsi sul respiro per altri 5 respiri: notare le sensazioni dell’aria fresca che fluisce nelle narici e scende nei polmoni e dell’aria calda che fluisce fuori dal nostro corpo. Notare la cassa toracica che si solleva e si abbassa, il leggero movimento delle spalle, l’espansione e la contrazione dell’addome.
  3. Fare altri 5 profondi, lenti respiri volontari.
  4. Vedere: notare adesso ciò che ci circonda, iniziando da ciò che vediamo: notare 5 cose che possiamo vedere.
  5. Fare altri 5 profondi, lenti respiri volontari, notando il flusso d’aria in entrata e in uscita dal nostro corpo.
  6. Sentire: ascoltare attentamente i suoni intorno e dentro di noi: notare 5 cose che possiamo sentire.
  7. Toccare: notare 5 cose che possiamo sentire col tatto – i piedi sul pavimento, le cosce sulla sedia, gli anelli sulle dita, per esempio.
  8. Di nuovo, fare 5 profondi, lenti respiri volontari, notando il flusso d’aria in entrata e in uscita dal nostro corpo.
  9. Annusare ed assaporare: notare 5 cose che possiamo odorare o assaporare. Notare ora i diversi sapori nelle diverse parti della bocca e della lingua.
  10. Fare ancora 5 respiri e con la mente rifocalizzata dedicarsi al prossimo compito della giornata.

di Vivianne Crowley (trad. R. Di Vaio)

Riferimenti

Kabat-Zinn, Jon. Wherever You Go, There You Are: Mindfulness Meditation in Everyday Life. New York: Hyperion, 1994.

Stephens, William O. Marcus Aurelius: A Guide For the Perplexed. London: Continuum, 2012.