La wicca si è presentata nei primi anni 50 come un culto della fertilità che enfatizzava l’unione del Dio Cornuto e della Dea della Luna e della Terra. La mitologia dei rapporti tra gli Dei può essere compresa a partire dai tre rituali iniziatici, l’uso di alcuni strumenti, dagli insegnamenti orali nonché da alcune parti del Libro delle Ombre (Incarico della Dea, etc.). La relazione tra gli dei della Wicca ci ricorda, in ogni passaggio, la necessità dell’equilibrio. Ma il concetto stesso di equilibrio nella Wicca ha subito diverse trasformazioni con l’andare del tempo. Agli inizi era infatti concepito in maniera strettamente fisiologica, oltre che psicologica e spirituale. Basti pensare agli anatemi di Gardner sugli omosessuali, l’ossessione di certe congreghe di far sedere uomini e donne alternate o l’idealizzazione di altri sacerdoti che vedevano nelle coven formate solo da coppie eterosessuali il non plus ultra per un lavoro energetico. Insomma, l’uomo solo con la donna e la donna solo con l’uomo. Dentro le coven o i letti, fa lo stesso. Con il passare degli anni la Wicca ha abbracciato le diverse correnti sociali che attraversarono gli anni 60 e 70: il femminismo, la liberazione sessuale, il movimento per i diritti gay ,delle persone nere e dello sviluppo sostenibile. Dal punto di vista sociale questi fenomeni hanno fortemente influenzato la moderna concezione della politica di sinistra, così come delle scienze umane quali la sociologia (interazionismo-simbolico, che affonda però le sue radici più indietro nel tempo con Mead) e la psicologia (sviluppo delle terapie corporee, psichedeliche, etc). La Wicca ha finito quindi per assorbire una sconfinata influenza da parte di tutte quelle che erano, e sono, le teorie sociologiche, politiche e psicologiche di quegli anni. Ha dimostrato nel corso del tempo di saper essere abbastanza flessibile tanto da rimanere in vita e così diffondersi a macchia d’olio in tutto il pianeta. In effetti uno dei messaggi principali che vengono trasmessi è proprio quello della libertà intesa come auto determinazione. Ai nostri giorni il concetto di equilibrio, e di polarità, viene per lo più inteso in maniera simbolica senza l’ossessione di far sedere la gente in un determinato posto oppure di bandirla perché omosessuale.

Iniziazione e genere

La Wicca viene definita una religione ortoprassica (dal greco orthós: corretto, e práxis: azione) nel senso che vi sono una serie di pratiche comuni che generalmente troviamo nelle diverse tradizioni. Per ortroprassia non dobbiamo però intendere delle imposizioni in strictu sensu ma, appunto, in pratiche comunemente accettate tanto da configurarsi più come “doxa morale” che “azione corretta”. Tra queste troviamo quella dell’iniziazione a sessi incrociati (sex crossed initiation o SCI) secondo la quale un sacerdote può iniziare solo una donna, fatta eccezione per il proprio figlio, e la sacerdotessa solo gli uomini o la propria figlia. Viene quindi tendenzialmente evitata la pratica delle SSI (same sex initiation) cioè quelle in cui un uomo inizia un uomo ed una donna inizia una donna. Le sex crossed initiations avvengono prevalentemente nella tradizione gardneriana ed alexandriana, anche se non c’è un’uniformità così rigida in tutte le loro coven poiché hanno una certa autonomia nella gestione delle iniziazioni.

Le spiegazioni di questa usanza tramandataci da Gardner risiede nel concetto di equilibrio ed in quello di fertilità. Da questo punto di vista una donna è necessaria per l’iniziazione di un uomo così da equilibrare il suo maschile e allo stesso tempo sottolineare come l’incontro sessuale, simbolico o effettivo a secondo dei gradi e dei casi, tra La Dea (nella sacerdotessa) ed il Dio (nell’iniziando) produce il mistero della Magia. Fertilità ed equilibrio in un contesto iniziatico vengono visti come oggetti fortemente legati alla genetica. L’idea di base che se ne ricava è che i misteri degli Dei siano connessi con ciò che abbiamo fra le gambe e che i genitali debbano determinare la nostra identità di genere. In diversi contesti, tutt’oggi, rimane un’idea di fondo per la quale una SCI sia preferibile (se non imprescindibile) rispetto alle altre. Cosa succederebbe allora, se un uomo alla soglia del suo secondo grado volesse diventare donna? Quali prassi si dovrebbero seguire? Se volessimo applicare alla lettera le pratiche comuni, dovrebbe essere iniziato come maschio. Ma non sarebbe lesivo della dignità della persona? O se volessimo iniziarlo come donna al secondo grado, il suo primo grado non sarebbe più valido perché è stata iniziata come uomo? Dovrebbe ricominciare da capo?  Il mio è un invito a riflettere su un tema così importante per il futuro della Wicca e la dignità delle persone queer e non binary. Penso che un’iniziazione non possa essere legata alla sessualità biologica perché rischia di riflettere una visione stigmatizzante del genere e discriminatoria della Wicca. Chi dovrebbe iniziare, ad esempio, una persona non binary (che non si riconosce in nessuna categoria di genere)?  Un uomo? Una donna? O dovremmo forzarla a fare una scelta tra i generi solo in vista della sua iniziazione? In gioco, a mio avviso, c’è il rispetto delle persone all’auto determinazione che è il vero nucleo della Wicca.

di Salvatore Caci